Boicotta Israele

dicembre 29, 2011

Palestina: Oltre 3.000 palestinesi arrestati nel 2011

Un rapporto pubblicato questa settimana da Abdul Nasser Ferwaneh, ricercatore per gli affari dei prigionieri, rivela che nel 2011 l’Esercito israeliano ha arrestato oltre 3.000 palestinesi. Ferwaneh nel suo studio spiega che nel 2011 si sono effettuati in media 276 arresti mensili, circa 9 al giorno.

http://www.atlasweb.it/2011/12/28/palestina-oltre-3-000-palestinesi-arrestati-nel-2011-579.html

Un totale di 3.312 palestinesi sono passati quest’anno per le carceri israeliane, 113 dei quali rilasciati in ottobre in seguito all’accordo di scambio prigionieri per la liberazione del caporale israeliano Gilad .

“I detenuti rappresentano una grande fetta delle società palestinese. E il numero annuo di arresti è addirittura diminuito”, precisa Ferwaneh, riferendosi al 2007, anno in cui furono incarcerati 7.613 palestinesi.

Un portavoce di Addameer, la ONG palestinese, basata a Ramallah e che si occupa di assistenza ai prigionieri e tutela dei diritti umani, ha detto che negli ultimi mesi Israele ha arrestato quasi lo stesso numero di palestinesi liberati nella prima fase dell’accordo Shalit. “Le forze israeliane hanno arrestato quasi 470 palestinesi dal 18 ottobre, data di rilascio di 477 prigionieri”.

“Quest’ondata di arresti rivela che l’accordo Shalit non ha assolutamente scoraggiato la politica di arresti, arbitrari e ingiustificati, portata avanti dal Governo di . Anzi, le carceri israeliane sono stracolme di palestinesi, quasi nello stesso numero di quelli rilasciati in ottobre”, continua il portavoce dell’organizzazione.

Dal 1967, anno in cui Israele occupò la , la Striscia di Gaza e, sono stati arrestati 750.000 palestinesi, tra cui donne e bambini, riferisce l’ (ANP). Il 40% degli uomini palestinesi che vive nei territori occupati è stato arrestato almeno una volta.

settembre 22, 2011

Scontri con feriti in Cisgiordania

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Cresce la tensione con il passare delle ore. Diversi feriti palestinesi in scontri scoppiati oggi ai posti di blocco militari mentre rimangono all’ordine del giorno i raid dei coloni israeliani.

Beit Sahour (Cisgiordania), 21 settembre 2011, Nena News – Non ha torto il presidente francese Sarkozy quando afferma che il veto statunitense alla richiesta palestinese di piena adesione alle Nazioni Unite provocherebbe una “nuova spirale di violenza in Medio Oriente”. Ma quello che lui, come molti altri statisti mondiali sembra ignorare, è che una “spirale di violenza” di prevalente segno anti-palestinese è gia’ in atto dalle prime ore del 20 settembre. Erano settimane che circolavano voci su possibili scontri tra manifestanti palestinesi, coloni ed esercito israeliano all’indomani della richiesta ufficiale palestinese di entrare a far parte delle Nazioni Unite a pieno titolo. E gli scontri ci sono stati. Nella sola giornata di oggi i feriti palestinesi sono stati cinque, ai quali si aggiungono un adolescente e un giornalista, entrambi colpiti ieri dalle forze di difesa israeliane nel villaggio di Asira al-Qibliya, vicino Nablus. Aref Aref, 14 anni, è stato raggiunto alla schiena da un lacrimogeno lanciato dall’esercito intervenuto a seguito di uno scontro tra abitanti del luogo e circa 40 coloni armati che, secondo un comitato di controllo istituito da cittadini palestinesi e attivisti internazionali, hanno assaltato il villaggio. Assieme a lui è stato trasportato in ospedale anche Ayman al-Noubany dell’agenzia stampa palestinese WAFA, colpito alla testa da una pietra “probabilmente lanciata da un civile israeliano”, come riferito da una portavoce dell’esercito israeliano.

Agli incidenti di ieri si aggiungono quelli in cui oggi cinque palestinesi sono stati feriti dall’esercito israeliano vicino al check-point di Qalandiya, tra Ramallah e Gerusalemme. I militari hanno cercato di disperdere dozzine di giovani, che manifestavano a favore della richiesta palestinese di adesione all’Onu, con lacrimogeni e proiettili di gomma. I ragazzi hanno lanciato sassi ai soldati e cinque di loro sono rimasti feriti. Nello stesso momento, circa 20 coloni dell’insediamento di Mevo Dotan hanno cercato di assaltare il villaggio di Arraba, a ovest di Jenin, ma sono stati fermati dall’esercito israeliano.

Assieme agli assalti veri e propri, ieri sono iniziate anche le marce simboliche dei coloni ebrei nella Cisgiordania. Come promesso, decine di persone hanno sfilato dall’insediamento di Beit El fino alla città di Ramallah, mentre circa 150 coloni hanno marciato da Itamar ai confini della città di Nablus per “esprimere la nostra sovranità su questa terra”, ha affermato David Haivri, il portavoce dei coloni della Cisgiordania del nord.

Alcune fonti israeliane parlano invece di “un’escalation di violenza provocata da rivoltosi arabi in Giudea e Samaria” (Cisgiordania, ndr). Secondo l’agenzia Arutz Sheva, un “terrorista arabo” avrebbe lanciato un blocco di cemento su una macchina con targa israeliana che transitava vicino al check-point di Huwwara, alle porte della città di Shechem (Nablus, ndr), danneggiando il veicolo. Sempre secondo la stessa agenzia, centinaia di “arabi dell’Autorità palestinese” hanno portato avanti una violenta manifestazione sulla Zif Junction, alle porte di Hebron: hanno lanciato “pietre affilate” ai soldati israeliani, che hanno risposto con misure anti-assemblamento per disperdere la manifestazione. Ma  a Hebron, come nelle altre maggiori città palestinesi, si sono radunati oggi anche migliaia di dimostranti che hanno manifestato pacificamente la loro solidarietà all’iniziativa palestinese alle Nazioni Unite. Ramallah, ma anche Nablus, Hebron, Betlemme e Gerico erano un fiume in piena di persone che chiedevano uno Stato vero, ma alcuni media israeliani hanno preferito focalizzarsi su un ragazzo a Ramallah che ha dato fuoco a una bandiera americana (e che è stato portato via dagli agenti di sicurezza). Gli 8.000 poliziotti palestinesi stanziati per controllare eventuali violenze non hanno dovuto usare il manganello. Difficile credere che, soprattutto dopo l’opposizione ufficiale del presidente Obama alla richiesta palestinese espressa oggi pomeriggio davanti a 193 Nazioni libere, la situazione non degeneri. Che la si chiami Giudea-Samaria, Palestina occupata o Cisgiordania, poco importa: sarà ancora una volta un campo di battaglia.

GIORGIA GRIFONI,  Nena News

http://www.nena-news.com/?p=12927

agosto 21, 2011

Gaza, nuovo raid aereo israeliano, uccisi almeno tre palestinesi

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Sale così a 14 il numero dei palestinesi uccisi in poco più di 24 ore dai raid aerei israeliani.

E’ la rappresaglia promessa da Netanyahu dopo gli attentati che venerdì hanno causato la morte di otto israeliani, di cui non si ha ancora una rivendicazione e che Hamas ha smentito risolutamente di averne alcuna responsabilità.

A innalzare ancora la rabbia dei palestinesi è l’aggressione di un bambino di 10 anni compiuta da coloni israeliani. Sprangato da tredici coloni nei pressi dell’ avamposto israeliano di Ramat Migron (Ramallah, Cisgiordania) il bambino che fa il pastore è ricoverato presso un ospedale di Ramallah e i tredici coloni sono stati fermati dalla polizia israeliana che indaga sull’episodio.

Hamas da parte sua  ha dichiarato di non sentirsi più vincolata dalla tregua di fatto in vigore da oltre due anni.

Intanto in Egitto si susseguono manifestazioni sempre più imponenti e numerose per chiedere la rottura del governo egiziano con quello israeliano, dopo che ha l’Egitto ha richiamato il suo ambasciatore in Israele, e contestualmente ha convocato l’ambasciatore israeliano al Cairo, per protestare contro l’uccisione, giovedì sera, di tre suoi agenti della sicurezza al confine con lo Stato ebraico. Secondo il Gabinetto del Cairo “Israele è politicamente e legalmente responsabile per l’incidente” che rompe il trattato di pace del 1979 tra i due Paesi.

agosto 10, 2011

L’esercito israeliano arresta 11 palestinesi

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Ramallah, 9 ago. (Adnkronos/Xinhua) – L’Esercito israeliano ha arrestato questa mattina a Hebron, in Cisgiordania, 11 attivisti palestinesi, tra cui Aied Doudin, esponente di rilievo di Hamas. Lo riferiscono i media israeliani e fonti della sicurezza palestinese. Dalla Striscia di Gaza, inoltre, sono stati lanciati due razzi contro il territorio israeliano, che hanno colpito la parte occidentale del Negev, senza provocare danni o feriti. Un portavoce dell’Esercito israeliano ha riferito che quello di stamattina e’ il quarto lancio di razzi registrato nelle ultime 24 ore, nonostante i tentativi di Hamas di mantenere la calma nella Striscia.

agosto 1, 2011

Due palestinesi uccisi in Cisgiordania

http://www.lettera43.it/attualita/22316/cisgiordania-due-palestinesi-uccisi.htm

Due palestinesi sono stati uccisi nel corso della notte fra il 31 luglio e l’1 agosto da soldati israeliani nel campo profughi di Kalandia, in Cisgiordania.
Lo hanno riferito fonti ospedaliere e responsabili dei servizi di sicurezza palestinesi. Le due vittime, Mutassim Issa Udwan (22 anni) e All Khalifa (25 anni), sono stati uccisi dai colpi sparati dai militariche stavano effettuando degli arresti nel campo, sulla strada che collega Ramallah a Gerusalemme.
Secondo testimoni, i soldati hanno aperto il fuoco in seguito al lancio di pietre da parte dei palestinesi.
COLPITI ANCHE CINQUE MILITARI ISRAELIANI. Anche una portavoce dell’esercito israeliano ha confermato che ci sono stati scontri con manifestanti palestinesi nel corso di un’operazione mirata all’arresto di alcuni non meglio precisati «sospetti» nel campo di Kalandia.
Negli incidenti, ha precisato la portavoce, sono rimasti leggermente feriti cinque militari. Nessuna conferma, invece, sulla morte dei due palestinesi.
I PALESTINESI: «I DUE UCCISI ERANO DELL’INTELLIGENCE». Fonti palestinesi, citate dall’agenzia Maan, hanno accusato però i soldati di aver aperto un fuoco «indiscriminato» e hanno precisato che Udwan e Khalifa erano agenti dell’intelligence militare palestinese.
Il primo è stato colpito alla testa ed è morto sul colpo, il secondo allo stomaco ed è poi morto nell’ospedale di Ramallah. Secondo la Maan due palestinesi sono stati arrestati dai soldati.
ABU MAZEN: «UNA SPINTA VERSO LA TENSIONE». Un portavoce del presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) ha condannato l’operazione israeliana, che ha definito «un tentativo di creare un clima di tensione in vista di settembre» quando è intenzione dei palestinesi chiedere la piena ammissione all’Onu di uno stato palestinese indipendente in Cisgiordania e a Gaza.
Una mossa fortemente avversata da Israele e criticata dagli Stati Uniti e da diversi Stati occidentali nella convinzione che uno stato palestinese debba nascere nel contesto di un negoziato di pace diretto con Israele.
Un altro palestinese, attivista di Hamas, era stato ucciso dai soldati in circostanze simili tre settimane fa in Cisgiordania.
SCONTRI AL CONFINE COL LIBANO: UN FERITO. Al confine tra Israele e Libano un soldato libanese è invece rimasto ferito nella mattinata dell’1 agosto nel corso di uno scontro a fuoco con militari israeliani.
Lo hanno riportato fonti militari israeliane. Lo scontro si è verificato vicino al kibbutz «Dan» non lontano da Kyriat Shmona: un soldato libanese ha aperto il fuoco contro diversi soldati israeliani che si trovavano vicino la barriera di sicurezza lungo il confine, hanno aggiunto le fonti.

Lunedì, 01 Agosto 2011

gennaio 2, 2011

Uccisa una donna palestinese dai gas lacrimogeni dell’esercito israeliano

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Ramallah, 1 gen. – L’Autorità nazionale palestinese ha condannato oggi la morte di una palestinese, causata dall’inalazione di E’ morta nella notte una donna palestinese Jawaher Abou Rahmah di 36 anni, era in uno stato critico da quando ha inalato gas lacrimogeni durante una manifestazione contro il muro israeliano in Cisgiordania. L’Anp ha denunciato “un crimine di guerra” commesso da Israele. “Condanniamo questo crimine abominevole commesso dall’esercito di occupazione israeliano a Bilin contro i partecipanti a una manifestazione pacifica”, ha dichiarato Saeb Erekat, il principale negoziatore palestinese. “Rientra nel quadro dei crimini di guerra commessi da Israele contro il nostro popolo”, ha denunciato. L’esercito israeliano aveva ammesso di essere intervenuto per disperdere circa 250 manifestanti che, nella versione israeliana, stavano lanciando pietre contro i soldati a Bilin.(fonte Afp)

novembre 14, 2010

Ilan Pappe a Ramallah

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http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o22159:e1

Lunedi 8 novembre in un affollato teatro di Ramallah, presso la Friend’s Boy School, è intervenuto Ilan Pappe, storico israeliano, direttore del Centro Europeo degli Studi Palestinesi, professore alla Università di Exeter (Regno Unito) e autore del libro “La pulizia etnica della Palestina”; Pappe ha recentemente terminato due altri testi, “L’aristocrazia: gli Husseini; una biografia politica”, e il libo “Crisi a Gaza: Riflessioni sulla guerra di Israele contro i palestinesi”, scritto a quattro mani con Noam Chomsky.

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